Il 6 novembre, la Colonia libera italiana di Monthey ha organizzato un evento nella sala del Kremlin per commemorare il 60° della tragedia di Mattmark.
Ricorreva il 30 agosto del 1965 alle ore 17:15, 200’000 m3 di ghiaccio e di sassi si sono riversati sulle baracche che ospitavano gli operai del cantiere, uccidendone 88, di cui, 86 uomini e 2 donne. Di questi, 58 erano italiani che venivano principalmente dalla provincia di Belluno, del Friuli e di San Giovanni in Fiore in Calabria.
La serata si è svolta con la proiezione del film «Una tragedia nella montagna» di Nicolas Brun e Stéphane Marti, seguita da una discussione con il pubblico. I partecipanti hanno avuto il privilegio di ascoltare Thomas Burgener, già presidente del governo del Vallese, la professoressa Elisabeth Joris, storica e docente all’università di Zurigo e del dottore Salvatore Bevilacqua, responsabile ricerche all’IHM del CHUV e antropologo. Florian Barbey, giornalista a Radio Chablais, ha condotto il dibattito.
Il dibattito ha messo in luce le omissioni e i non detti sulle cause della tragedia e la responsabilità dei tribunali che non hanno ritenuto ci fossero dei responsabili.
Hanno suscitato apprezzamento le scuse ufficiali, anche se tardive, presentate dal Presidente del governo del Vallese, Mathias Reynard.
Questa tragedia, la più grande della storia della costruzione delle grandi opere in Svizzera, ha segnato una svolta radicale nei rapporti degli Svizzeri verso l’immigrazione. Da questo momento, le leggi sulla sicurezza del lavoro hanno subito un progresso significativo. I sindacati svizzera hanno finalmente capito, grazie principalmente ad Ezio Canonica, che davanti al pericolo non c’è cittadinanza ma solo lavoratori. La solidarietà ha finalmente trovato il posto che merita.
Si può affermare che le vittime di Mattmark hanno dato l’impulso ai progressi tecnologici che hanno consentito di monitorare quello che ultimamente si è verificato a Blatten e di salvare molte vite umane.
In conclusione di serata, il numeroso pubblico si è soffermato a dibattere attorno ad un aperitivo, dimostrando un grande interesse e tanta commozione . Molti giovani avevano già sentito nominare Mattmark, senza sapere realmente quello che era accaduto, scoprendo un nuovo aspetto della storia della migrazione in Svizzera.
Giovanni Cutruzzolà, CLI Monthey













