LA STORIA
La prima Colonia Libera Italiana nacque a Ginevra nel 1925 per iniziativa di un gruppo di antifascisti in fuga dall’Italia. Il termine «libera» simboleggia l’opposizione al regime fascista di Mussolini, che tentava di controllare le organizzazioni degli emigrati italiani imponendo dirigenti nominati dal regime e non eletti democraticamente. Le associazioni che non si piegavano ai diktat del console e dunque del fascismo venivano private dei sussidi governativi italiani.
Colonie Libere sorsero in varie località della Svizzera, proliferando soprattutto dopo il 25 luglio 1943, data che segnò la caduta della dittatura fascista. Il 21 novembre 1943, i rappresentanti di dieci Colonie Libere – Ginevra, Baden, Zurigo, Lugano, Losanna, Sciaffusa, San Gallo, Kreuzlingen, Arbon e Grenchen – si riunirono a Olten per fondare un organismo federativo in grado di coordinare le attività delle comunità italiane in Svizzera. In un momento così delicato, l’obiettivo principale era sostenere l’antifascismo attivo, aiutare i profughi in Svizzera e appoggiare la Resistenza in Italia.
La Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera (FCLIS) divenne inoltre un ponte tra il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) e gli emigrati e rifugiati italiani nella Confederazione. Tra i suoi membri spiccava Fernando Schiavetti, futuro senatore della prima Repubblica italiana e coautore della Costituzione, mentre un altro fondatore di rilievo, Egidio Reale, sarebbe poi diventato ambasciatore d’Italia a Berna.
LA GRANDE EMIGRAZIONE
Tra il dopoguerra e il 1976, sugli oltre sette milioni e mezzo di italiani emigrati, oltre due milioni degli si trasferirono in Svizzera. In quel periodo, le Colonie Libere Italiane divennero la principale organizzazione dei lavoratori italiani emigrati nel Paese. Negli anni ’70, la Federazione, che allora contava oltre 120 Colonie, promosse importanti battaglie sociali e politiche, non solo per la comunità italiana ma anche per le altre comunità straniere. Tra queste spiccano:
- la lotta per il ricongiungimento familiare,
- l’opposizione al sistema degli stagionali,
- il sostegno ai diritti democratici degli emigrati in Svizzera.
Da queste esperienze nacquero strutture essenziali come l’ECAP, attiva nella formazione professionale, e l’INCA, impegnata nella tutela previdenziale. Successivamente, la FCLIS ampliò il proprio impegno nei confronti dei pensionati, collaborando con l’EPASA-CNA per offrire supporto dedicato.
Tra le iniziative di maggior rilievo si annoverano:
- l’inserimento dei figli degli emigrati nel sistema scolastico svizzero,
- la lotta per l’assistenza sanitaria gratuita ai familiari rimasti in Italia,
- il rinnovo degli accordi bilaterali di sicurezza sociale.
Sul piano culturale, la FCLIS ha dato un contributo straordinario, organizzando manifestazioni, convegni, spettacoli e pubblicando riviste come Emigrazione Italiana (poi Agorà), oltre a monografie e libri sui rapporti italo-svizzeri. Tra le sue iniziative spiccano anche la creazione della Cineteca Pollitzer e del Centro Scuola e Famiglia, attivo nell’assistenza ai minori.
LE CLI OGGI
Oggi, il panorama dell’emigrazione italiana in Svizzera si è trasformato, con una maggiore presenza di giovani, donne e anziani. Le CLI continuano a rinnovarsi per rispondere alle loro esigenze, diventando luoghi di partecipazione, solidarietà e scambio intergenerazionale.
- I giovani trovano nelle CLI spazi per esprimere un’identità che combina i valori delle proprie radici con i modelli della società svizzera.
- Le donne, con impegno e dedizione, hanno dato un contributo fondamentale ai processi di integrazione promossi dalla FCLIS.
- Gli anziani, depositari di esperienze preziose, rappresentano una risorsa imprescindibile per l’intera collettività. Con il supporto di enti come lo SPI-CGIL, l’ECAP e altre organizzazioni, le CLI sviluppano progetti che rendono gli anziani protagonisti della società attuale.
IL sostegno di tutti è molto importante. Iscriviti anche tu alle Colonie Libere Italiane (LINK)